Artista

PANNA FREDDA

1969-70
Angelo Giardinelli (chitarra, voce)
Giorgio Brandi (tastiere, chitarra, voce)
Carlo Bruno (basso)
Filippo Carnevale (batteria, chitarra)

1970-71
Angelo Giardinelli (chitarra, voce)
Lino Stopponi (tastiere)
Pasquale Cavallo ("Windy") (basso)
Roberto Balocco (batteria)

Con un grande album, altamente rappresentativo del suono del prog italiano, i Panna Fredda avrebbero meritato un maggiore successo, ma la loro è la tipica storia di tanti gruppi che, nonostante un buon contratto discografico, non riuscirono a produrre un album. Uno venne rinviato per molti mesi dopo la sua registrazione, e addirittura trasmesso per radio prima della sua uscita, ma la casa discografica, Vedette, non fece alcuna promozione e il gruppo si sciolse.

Il gruppo era di Roma, formato negli anni '60 con il nome di I Figli del Sole e più tardi I Vun Vun, dal nome di un celebre locale in cui si esibivano spesso. Dopo i primi contatti con la Vedette questo gruppo si ridusse ad un quartetto, con l'uscita della sezione fiati che comprendeva anche il sassofonista Giulio Carnevale (fratello del batterista Filippo) e prendendo il nome definitivo.

Due singoli uscirono nel 1970 per la Vedette, il primo con due brani scritti da artisti conosciuti: Delirio sul lato B (cantata da Giorgio Brandi), composta dal cantante dei Jaguars (celebre garage band di Roma) Silvio Settimi ebbe una buona programmazione radiofonica, mentre il lato A Strisce rosse era stata scritta da Roby Crispiano (conosciuto anche come Roby Castiglione, un bravo cantante solista) ma non ebbe successo.

Il primo album, Uno, fu finalmente pubblicato nel 1971, ma come già detto, il gruppo si era praticamente sciolto prima della sua uscita.
Tutti i brani dell'LP sono composti dal cantante/chitarrista Angelo Giardinelli, e l'album contiene sei lunghi brani, basati per lo più su un intreccio chitarra-tastiere molto efficace. Si sentono alcune influenze del prog inglese, come in Un re senza reame, molto simile a Heaven dal primo album dei Gracious. Sono anche evidenti delle influenze classiche, soprattutto nelle parti di tastiere, ma la musica è convincente e ben riuscita. La voce è ottima, i testi originali e l'album non ha punti deboli. 

Il tastierista originale Giorgio Brandi è entrato poi nei Cugini di Campagna con cui ha avuto una lunga carriera piena di successi, fino alla metà degli anni '90, ed ora ha uno studio di registrazione.
Al suo posto per le registrazioni dell'LP entrò Lino Stopponi che aveva suonato con Le Esperienze.
Il batterista Roberto Balocco ha poi suonato con i Capsicum Red, il bassista Windy passò ai Cammello Buck (gruppo che ha dato origine al duo Rustichelli-Bordini).

Angelo Giardinelli, trasferitosi negli Stati Uniti, è scomparso nel 2018.

LP
Uno Vedette (VPA 8134) 1971 copertina apribile
  Mayfair/BTF (VM 001) 2004 ristampa dell'album del 1971 con 2 brani aggiuntivi - copertina apribile
  BTF/Vinyl Magic (VM LP 118) 2011 come sopra, uscito prima con vinile nero, poi trasparente, rosso, verde, arancione


CD
Uno Vinyl Magic (VM 001) 1989 ristampa dell'album del 1971 - fuori catalogo
  VM2000/Vinyl Magic (VM CD 001) 2000 come sopra con 2 brani aggiuntivi - fuori catalogo
  BTF/Vinyl Magic (VM 118) 2007 come sopra ma con 6 brani aggiuntivi - copertina apribile mini-LP


SINGOLI
(con copertina)
Strisce rosse
Delirio
Vedette (VVN 33177) 1970 entrambi i brani inediti
Una luce accesa troverai
Vedo lei
Vedette (VVN 33184) 1970 entrambi i brani inediti


SINGOLI PROMOZIONALI E DA JUKEBOX
(con copertina neutra)
Strisce rosse
Delirio
Vedette (VVN 33177) 1970 edizione per jukebox con etichetta bianca
Una luce accesa troverai
Vedo lei
Vedette (VVN 33184) 1970 edizione per jukebox con etichetta bianca
È la mia vita Vedette (VVN 33200) 1970 singolo promozionale con etichetta bianca - sul retro I Pooh/Otto rampe di scale
Chiama la rondine a te
Estate '70
Vedette (VVN 33206) 1970 singolo promozionale con etichetta bianca

 

Pubblicato dalla Vedette, Uno è un album rarissimo. È interessante notare che l'album e i titoli delle canzoni hanno una traduzione in inglese sulle etichette originali dell'LP e in copertina. Forse si pensava di farlo uscire all'estero.

Il disco è stato ristampato in CD dalla Vinyl Magic. L'ultima riedizione del 2007 contiene in più i brani del primo 45 giri e quattro inediti, Risveglio, Un attimo fa, Chiama una rondine, Estate '70. tutti più vicini allo stile dei singoli che dell'LP.
In Giappone la Belle Antique ha ristampato in CD il disco nel 2013 (cat. BELLE 132189) con copertina mini-LP apribile e otto brani aggiuntivi (quattro usciti sui due singoli ufficiali e gli altri quattro già pubblicati sul CD del 2007).

La prima ristampa in vinile è del 2004, stampata in Italia ma pubblicata dall'etichetta tedesca Mayfair e con la stessa copertina apribile dell'originale e due brani aggiuntivi, Delirio e Strisce rosse dal primo singolo del 1970 (entrambi i brani sono anche contenuti nella versione in CD). Le prime copie del vinile avevano un difetto di incisione e sono state sostituite all'inizio del 2005, le copie corrette hanno incisa sul vinile la dicitura VM-001-LP BIS. Successivamente la BTF ha realizzato ristampe con vinile di vari colori.
Non esistono falsi.

Il brano inedito È la mia vita compare solo su un 45 giri promozionale del 1970, che sul lato B contiene un brano, anch'esso inedito dei Pooh, Otto rampe di scale. Il disco, senza copertina, contiene sull'etichetta Vedette bianca l'indicazione "Disco promozionale non in vendita ad uso esclusivo della radio e per la stampa" ed esiste in pochissime copie.
Un altro 45 giri del genere, pubblicato alla fine del 1970 e scoperto da poco, contiene ben due brani inediti del gruppo, Chiama la rondine a te e Estate '70, entrambi composti da Angelo Giardinelli ed Erreci (Roberto Castiglione), quest'ultimo autore anche degli altri brani dei Panna Fredda usciti su singolo.
A differenza dei 45 giri ufficiali, questi due singoli promozionali sono molto rari.

 

Panna Fredda - LP ed etichetta

Strisce rosse - 45 giri

Una luce accesa troverai - 45 giri

È la mia vita - 45 giri promozionale

 

Una chiacchierata con Giorgio Brandi, di Augusto Croce, aprile 2003

1-Come sono nati i Panna Fredda?

Suonavamo insieme dal 1966-67 col nome di I Figli del Sole, nel giro dei night club. Poi ci capitò di suonare varie volte al Vun Vun, un club famoso a Roma, un po' come il Piper, e loro ci proposero di chiamare il nostro nome in I Vun Vun. In quel periodo funzionava così, i gruppi cambiavano nome velocemente. 
Poi avemmo questo contatto con la Vedette, per far uscire un 45 giri, e decidemmo di cambiare nome in Panna Fredda e di ridurre la formazione ad un quartetto. Il sassofonista era il fratello del nostro batterista Filippo Carnevale, ma i fiati non andavano bene con il nostro nuovo genere.

2-E i vostri singoli, hanno avuto successo?

Solo il lato B del primo 45 giri, Delirio. Era stato scritto da Silvio Settimi, il cantante dei Jaguars, un gruppo di Roma famoso negli anni '60, non come i Rokes o l'Equipe 84, ma molto conosciuto. La canzone venne trasmessa parecchie volte da "Per voi giovani". La facciata A non ebbe lo stesso successo, era stata scritta per noi da Roby Castiglione.

3-E cosa ti ricordi dell'LP?

Non mi ricordo molto di quel periodo, facevo il militare, così presi parte solo ad alcune registrazioni, poi dovetti partire per la Sicilia. Durante i 18 mesi del servizio militare, rimasi in contatto con Angelo Giardinelli, che venne anche a trovarmi con il furgone del gruppo. Avevo portato con me l'organo, così riuscii a suonare con il gruppo dell'esercito e ad evitare i lavori più pesanti.

4-Come mai ci sono due batteristi ospiti sull'album?

Per lo stesso motivo, eravamo sparpagliati e questi batteristi vennero contattati per sostituire il nostro, che era anche lui militare.

5-L'album è piuttosto diverso dai 45 giri. È stata una scelta vostra o un'imposizione della casa discografica?

No, è stato Angelo, a lui piacevano tutti questi nuovi gruppi, Uriah Heep e simili, e volle fare un disco rock. Lui non era il nostro leader, non c'era un leader nel gruppo, ma ha scritto tutti i pezzi.

6-Cosa è successo dopo l'album?

Quando tornai a casa, ero in contatto solo con Angelo. Provammo a fare qualcosa insieme, ma non ha funzionato.

7-E cosa hai fatto dopo i Panna Fredda?

Entrai nei Cugini di Campagna, ho suonato con loro per più di vent'anni, abbiamo fatto Anima mia e tante altre cose. 
Poi sono uscito nel 1996, non c'era più interesse ad investire nel gruppo da parte delle case discografiche, così mi sono messo in proprio, con il mio studio di registrazione.

8-Quindi ti interessi ancora di musica, che stai facendo ora?

Ho fatto un disco con Flavio Paulin, era il cantante dei Cugini di Campagna e uscì per fare il cantante solista nel 1978, ma non ha avuto successo. Suoniamo ancora insieme e abbiamo fatto un CD per l'etichetta On Sale.

 

 

Alcuni ricordi di Angelo Giardinelli, febbraio 2005

GLI INIZI
Dopo il periodo del gruppo VUN VUN (prendemmo nome da un locale del tipo Piper, Titanus e Kilt, ognuno di questi locali aveva un suo gruppo cosi noi diventammo i Vun Vun), a quei tempi facevamo musica funky e rhythm & blues, avevamo tre fiati e l'esperienza fu per alcuni di noi più noiosa che divertente. 
Tutti i gruppi facevano quel genere e noi volevamo fare un quartetto rock e blues ma non essendo commerciale dal punto di vista delle serate, tutti ci sconsigliavano di farlo. 
I Panna Fredda sono nati di nascosto del nostro impresario, di nascosto dei nostri sassofonisti e trombettisti e di nascosto della direzione del Vun Vun che ci voleva cosi. 
Io ero tornato da una tournee in Tunisia due anni prima con degli LP quasi introvabili in Italia o per lo meno molto sconosciuti, di Vanilla Fudge, Jimi Hendrix, Moody Blues e King Crimson. Me li aveva regalati la figlia dell'ambasciatore americano in Tunisia appena ritornata dagli States. Mi sono innamorato subito di quella musica ed ho sentito un richiamo speciale. L'ascoltavo giorno e notte (compresi i Pink Floyd).
Ogni volta che cercavo di farli ascoltare ad altri musicisti mi prendevano per matto dicendo che quella musica non avrebbe mai attaccato in Italia. Finché, avendo bisogno di un nuovo bassista conobbi Carlo Bruno con il quale divenni subito grande amico e appassionati della stessa musica cominciammo a fare i piani per un nuovo gruppo. 
A quei tempi, un quartetto senza fiati era quasi impensabile. Era la fine degli anni '60 e anche se dall'America e dall'Inghilterra arrivava musica nuova, in Italia imperversavano Wilson Pickett e James Brown. Suonai "Hey Joe" per Carlo Bruno e anche per lui fu amore a prima vista. 
Riuscimmo a convincere Giorgio Brandi, il quale era stufo degli strumentisti a fiato più per motivi di personalità che musicali. La parte più dura fu convincere Filippo Carnevale, il batterista, fratello del sassofonista Giulio del quale era vittima subordinata. Quindi per lui non fu solo una scelta di cambiare genere musicale ma anche quella di staccarsi dall'influenza dominatrice di suo fratello maggiore. 

PANNA FREDDA
Alla fine, di nascosto avendo trovato un posto segreto dove fare le prove, nacque il quartetto. 
Avevamo bisogno di pezzi da incidere per un provino. Io conoscevo Roby Crispiano, cantautore alla Bob Dylan, considerato di "protesta", il quale aveva già inciso dei dischi e gli andava piuttosto bene. Io e Carlo ci recammo da lui, che si offrì di diventare il nostro manager discografico, e ci fece ascoltare dei pezzi molto melodici che non rispondevano ai nostri desideri. 
Io e Carlo decidemmo di provare ad arrangiarne qualcuno, in particolare scegliemmo Strisce Rosse. Pensavamo di arrangiarlo alla Vanilla Fudge con un po' di chitarra distorta alla Jimi e dare alle voci una vibrazione che somigliasse al Leslie dell'Hammond. Arrangiammo il pezzo e ne trovammo un'altro, Delirio di Silvio Settimi dei Jaguar, un quartetto di chitarre abbastanza famoso a quei tempi che si rifaceva molto agli Shadows. Anche Silvio si stava appassionando a Jimi Hendrix e perciò considerato pazzo dal resto del suo gruppo. 
Con Filippo e Giorgio arrangiammo i due pezzi che sarebbero stati il nostro provino alla Vedette Records, Roby ci aveva procurato un'audizione con il Maestro Armando Sciascia. 
Decidemmo che io avrei cantato Strisce rosse e Giorgio Delirio. Il provino fu rifiutato dal Maestro Sciascia con la scusa che non era commerciale. Noi, io in particolare, ci arrabbiammo moltissimo e, chiusi nello studio di registrazione lo accusammo di essere retrogrado e incompetente. Non sapevamo che la nostra conversazione che pensavamo privata tra di noi, era invece monitorata da un microfono del quale il maestro Sciascia si serviva per ascoltare dal suo ufficio ciò che succedeva negli "studios". 
All'improvviso sentimmo la sua voce che ci chiamava da uno speaker "Uno di voi venga su in ufficio da me, devo parlarvi". 
Tutti guardarono me, cosi andai io. Premetto, come ha detto Giorgio nella sua intervista, che tra di noi non c'era un vero e proprio Leader, però guardavano tutti me quando c'era qualche problema con qualche proprietario di locale o qualche lavoro "sporco" da fare. Andai nel suo ufficio, io capellone, arrabbiato e pieno di cose da dirgli, lui musicista classico famoso ma soprattutto imprenditore ricco e ben vestito. Io, un ufficio cosi l'avevo visto solo nei film. 
Senza stringermi la mano mi indicò la sedia e prima che io iniziassi a dirgli di tutto mi disse: "Facciamo uscire un 45 giri e vediamo che succede. I Pooh non stanno vendendo più (i Pooh erano con la Vedette Records a quei tempi e dopo Piccola Katy non avevano azzeccato un pezzo giusto) e la Vedette ha bisogno di un nuovo gruppo".
Poi si alzò mi strinse la mano e disse "La mia segretaria vi farà firmare una opzione e poi vi invierà il contratto".
La conversazione era terminata e mentre stavo per andarmene ancora un po' frastornato mi chiese: "Come vi chiamate?". "Angelo" risposi. Lui fece una faccia strana e chiese: "Il gruppo si chiama Angelo?". Mi resi conto che non avevamo ancora pensato a come chiamarci. "Cambieremo nome" dissi , e lui "Fate una lista e mandatecela al più presto, potremo consigliarvi anche noi e vedrai che non sono poi cosi retrogrado".
Eravamo sotto contratto per tutta l'estate in un club a Caorle (Venezia) eravamo in 6 ma noi quattro ci riunivamo spesso per discutere il nome da inserire nel contratto e nel disco che sarebbe uscito a settembre. Gli altri due non sapevano ancora niente del nostro contratto ma già era nell'aria la divisione. 
La lista che mandammo alla Vedette aveva una ventina di nomi diversi, tra cui, uno degli ultimi era appunto Panna Fredda, un po' nella falsa riga dei Vanilla Fudge (Dolce alla vaniglia) ai quali a quei tempi ci ispiravamo. Dopo pochi giorni la Vedette ci chiamò al telefono per dirci che a loro piaceva molto il nome Panna Fredda. Un mese dopo eravamo sotto contratto. 

I SINGOLI
Dopo poche settimane dall'uscita di Strisce rosse eravamo nella classifica di "Bandiera gialla" (La Hit Parade di quei tempi condotta da Boncompagni e Arbore). La seconda stampa del disco aveva la bandierina gialla in un angolo della copertina con scritto "4 settimane 1° a Bandiera Gialla". La Vedette ci comunicò che, come da contratto, avremmo dovuto produrre 2 singoli e un LP ogni anno, ci mettemmo subito al lavoro e prima dell'estate del '70 usci Una luce accesa troverai e Vedo lei. Le mie prime composizioni. 
Giorgio ricevette la chiamata alle armi già rimandata con qualche espediente, ma stavolta doveva andare. Cercammo un organista, ne provammo tanti. Nello stesso periodo venni a sapere che Carlo stava provando con altri musicisti. Ci parlai e capii che voleva andarsene. Voleva suonare con un gruppo che faceva Black Sabbath, Cream etc. 
Eravamo dimezzati e dovevamo lavorare sull'LP. Trovammo l'organista Lino Stopponi un ragazzo con una profondità interiore con il quale strinsi subito un'amicizia profonda che sostituì quella con Carlo. Lino dimostrò subito una saggezza umana che ci conquistò tutti, trovammo Windy [Pasquale Cavallo], un bravissimo bassista che avevamo conosciuto a Caorle il quale fu felicissimo di venire con noi. 

L'LP
Il gruppo era più forte e più unito che mai, cominciammo subito a lavorare al repertorio composto maggiormente dai pezzi che avremmo inserito nel LP. Comporre La Paura diede una svolta al nostro genere, volevamo scioccare il pubblico. Il più scioccato fu proprio il maestro Sciascia che non ne volle sapere di registrare brani come Il vento la luna e i pulcini blu o Scacco al re Lot
Cosi inizio la battaglia tra quello che noi volevamo fare e quello che la Vedette voleva che noi facessimo. Loro volevano dei nuovi Pooh e noi non lo eravamo. 
Filippo Carnevale si sposò e decise di lasciare il gruppo. Windy propose il suo ex batterista Roberto Balocco, solo 17 anni ma bravissimo, che si fuse subito con noi. 
Mentre preparavamo i pezzi per l'LP (eravamo decisi a farlo anche contro Sciascia) suonavamo in molti club e discoteche in Italia, viaggiavamo molto e riscuotevamo un notevole successo con la presentazione live dei nostri nuovi brani e il nostro nuovo stile. Ci convincevamo sempre di più che dovevamo farlo uscire. 
Ottenemmo dalla Vedette lo studio e un piccolo budget per produrre il disco. Ci aiutò molto una donna responsabile del settore estero della Vedette. Era un'americana e fu lei a convincere il maestro Sciascia a produrre almeno una "lacca" (si chiamava cosi il prodotto non finalizzato su materiale sintetico che poteva essere suonato con un giradischi).
Nel frattempo in Italia si organizzavano concerti POP sulla scia di Woodstock e Isola di Wight. Noi partecipammo a molti di loro e conoscemmo Paolo Giaccio e Mario Luzzatto Fegiz che a quei tempi avevano ereditato da Arbore e Boncompagni la trasmissione radiofonica "Per voi giovani" e la avevano resa veramente "Avant-Garde".
Giaccio prese la nostra situazione a cuore ed inizio a fare pressioni alla Vedette per fare uscire il disco. Ci organizzò delle trasmissioni radiofoniche Live dove noi potemmo dire come stavano le cose e gli ascoltatori cominciarono a protestare contro le case discografiche che impedivano lo svilupparsi della musica progressiva in Italia. 
Il risultato fu che la Vedette decise di pubblicare l'album sul quale inserimmo, nella copertina, una lettera di Paolo Giaccio. 

DOPO L'ALBUM
L'album non fu un grande successo per due motivi principali: 1) la Vedette non spinse minimamente per farlo distribuire. 2) il fatto più triste, entrammo in crisi.
Windy voleva andarsene per fare una musica più psichedelica (dopo aver suonato insieme ad Arthur Brown per un paio di concerti era andato in crisi e voleva assolutamente fare quel genere).
Io tenni insieme il gruppo con altri elementi, visto che avevamo dei contratti di serate già firmati e dovevamo comunque mantenerli, ma il gruppo ormai si era sciolto. "La Panna Fredda si è sciolta!" scrisse un giornalista di una rivista musicale. 
La Vedette voleva farmi rispettare il contratto e chiese che io continuassi anche da solo a scrivere e che avremmo trovato i musicisti per registrare, ma il momento "magico" era finito. 
Ma la voglia di musica in me non è mai morta. Adesso ho 10 figli, sia mia moglie che la maggior parte dei miei figli sono musicisti, con loro ho girato mezzo mondo e abbiamo suonato in molti posti.

 

 

La ristampa in vinile di Uno può essere acquistata dal sito Internet della Mayfair Music, www.mayfair-music.com.

 

 

Grazie mille a Giorgio Brandi ed Angelo Giardinelli per l'amichevole collaborazione con tante informazioni sui Panna Fredda. 

Grazie anche a Giovanni Ottone, Guilherme Tofani, Luciano Fassa, Massimo Santoni, Michele D'Alvano, Luiz Claudio Brugger per alcune foto ed informazioni.